I “bruscandoli”, da non confondere con l’asparago selvatico, sono gli apici della pianta di luppolo, si raccolgono da marzo a maggio e, a differenza della maggior parte dei germogli, sono più gustosi quanto più sono grossi.
Una volta lessati per 5-10 minuti, con poca acqua o al vapore, si possono consumare direttamente, oppure saltare qualche minuto in padella, aggiungere alla frittata o nel classico risotto.
Mai assaggiati con la polenta
Lava, monda i bruscandoli e sbollentali per pochi minuti. Fai appassire un trito fine di cipolla, aglio e pancetta in olio extravergine, aggiungi i bruscandoli e saltali profumando con rosmarino e maggiorana, aggiusta di sale e pepe. Mescola ora con una polenta lasciata morbida, una presa di formaggio grattugiato Montasio D.O.P. stagionato e servi accompagnando con un calice di Colli di Conegliano rosso DOCG
Cosa sono i bruscandoli?
I bruscandoli – o luppolo selvatico – è un’erba spontanea della famiglia delle Cannabaceae. La differenza con il luppolo utilizzato per produrre la birra è che in questo caso si tratta di varietà selezionate e coltivate.
Bruscandoli: un solo gusto, tanti nomi
Tipici della primavera, il periodo in cui si possono raccogliere in campagna o acquistare nei mercati, al gusto i bruscandoli sono delicatamente amarognoli e all’aspetto ricordano un po’ gli asparagi selvatici tanto che in Lombardia vengono chiamati asparagina. In giro per l’Italia hanno anche altri nomi: luvertìn in Piemonte, vartìs in Emilia-Romagna, urtizon in Friuli, viticedda nel Cilento.
A cosa fanno bene i bruscandoli?
I bruscandoli sono ricchi di proprietà. In particolare sono tonificanti, rinfrescanti, rilassanti, digestivi, diuretici e lassativi, per cui si raccomanda di non eccedere nell’utilizzo. Sono considerati anche purificatori del sangue, stimolanti delle funzioni epatiche e sedativi. Insomma, una semplice pianta ma ricca di proprietà benefiche che merita di essere consumata, anche se non è poi così facile reperirla.
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